sabato 25 novembre 2006

Per te (S)

E lontano un vento orfano m’ha sussurrato di lei.
Me ne ha cantato il pianto che ella offre alla luna nascosta,
stuprata dalle nubi ansanti che avvalgono matrone il suo candore.
Sul mio viso ha trascinato calde lacrime, sgorgate da sogni tiepidi.
Ha pianto le mie stesse lacrime e oziato sui miei stessi giacigli.
Danza con la notte e nell’oblio mi porta consiglio.

Nelle notti l’ho attesa sul mio uscio,
con compagne solo le stelle
a scrutare sul mio corpo l’ombra della vita,
a placare con l’incanto il tenue sapore della morte.

Poi, un mattino perso dal tempo,
una voce comandò il mio sangue.
Due occhi fendenti di sole ghiacciarono parole non dette.
Un fuoco risparmiò i fiori di un martirio,
nell’attesa che un dio mi donasse quanto fin allora m’aveva negato.
Evanescente, lontana, invisibile ma reale.
Forma incompiuta di un battito cocente,
delirio riposto in un cuore impaziente,
essenza pura di vuoti incolti.

Mille viaggi e mille lune hanno preceduto la tua venuta
Cento cantori narrano la tua storia
Un solo sguardo e un solo cielo sarà quello che tu brami
Occhi di sole e labbra violate saranno i miei domani
Il mio peccato ha generato un amore corrisposto
E nel peccato rifuggo il dolore di un rimorso.

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